Ogni giorno scendi dal letto e pensi agli impegni quotidiani.
Fai colazione e porti a scuola i bambini.
Arrivi al lavoro. Salti da una riunione all’altra.
Arrivi a sera e le tue energie sono finite.
Ti senti nervoso ed arrabbiato.
Ehi, ti capisco, non sei solo!
E’ successo anche a me.
Rientravo a casa dal lavoro senza nemmeno la voglia di parlare.
Avevo sempre i nervi a fior di pelle per gli avvenimenti della giornata.
Il weekend era lo spiraglio per riprendere fiato. Il lunedì, la ruota del criceto ripartiva senza sosta.
Stanchezza e nervosismo erano sempre presenti.
E alla sera un film o un riposino sul divano non mi davano il sollievo desiderato.
Non sapevo proprio come uscirne.
Qualche anno fa per caso, mi hanno proposto un bagno sonoro con le campane tibetane.
Ne avevo sentito parlare. Non capivo il nesso con il mio stress e la mia stanchezza.
Avevo testato diversi metodi per rilassarmi:
- telefonare ad un amico;
- correre al parco;
- una partita a tennis;
- un film in compagnia;
- profondi respiri ad occhi chiusi;
- meditazione;
Nulla aveva funzionato. Dopo un po’ stress e pensieri negativi riemergevano sempre.
Quando mi hanno proposto la sessione di Campane Tibetane era una sera no. Avevo mal di testa e non ero dell’umore giusto.
Per fortuna la curiosità ha vinto. Avevo appena accettato un biglietto di ingresso a un nuovo mondo.
Arrivato alla sala mi sono accomodato su un tappetino.
L’accompagnatore della sessione ha spiegato l’evolversi dei minuti successivi: come respirare e rilassarsi.
Ho chiuso gli occhi e inspirato a fondo secondo le indicazioni.
I pensieri erano ancora lì. Mi sono focalizzato sull’aria che entrava e usciva dai polmoni.
Mi ha aiutato nei primi istanti a trovare la centratura: il criceto sulla ruota del mio cervello stava rallentando.
All’improvviso un “Gooooong” è arrivato alle mie orecchie. I miei assilli si “sono spaccati in due”.
Dovevo ascoltare il suono e le vibrazioni delle campane o i miei pensieri?
I miei neuroni non sapevano che fare.
Come un’onda del mare che spazza via la sabbia, un suono ha catturato la mia attenzione.
Le spalle si sono rilassate. La chiusura allo stomaco è scomparsa.
Mi sentivo ipnotizzato. Volevo rimanere lì.
Il rilassamento era profondo: come un sogno. Il tempo era scomparso. Avevo la percezione dell’eternità.
Il riverbero della campana mi stava portando in altri mondi.
Mi sono ritrovato sotto una cascata. L’acqua portava via tutto quello che non serviva.
Non avevo bisogno di altro.
Mi sentivo sereno.
Infine le vibrazioni della campana hanno lasciato lo spazio al risveglio.
Il suono aveva assorbito l’attenzione completa di corpo e mente.
Poco a poco ho ripreso coscienza delle braccia e delle gambe.
Mi sono strofinato gli occhi. Mi sembrava di aver dormito ore.
Era la prima volta che mi sentivo così rilassato, con i pensieri lontani.